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Salute

La circonferenza del collo predice la mortalità nei pazienti COVID-19 ospedalizzati

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Dopo molti anni nel campo della scienza e della nutrizione, Paolo De Cristofaro, ideatore del metodo Morphogram, di recente ha partecipato alla pubblicazione di un altro studio rilevante perché mette in evidenza, ancora una volta, come una misura antropometrica (circonferenza del collo) possa essere predittiva di mortalità, in questo caso specifico in pazienti COVID-19 ospedalizzati.

Ciò che si sa ad oggi è che gli episodi COVID-19 gravi e fatali sono più diffusi tra gli anziani con comorbilità cardio-metaboliche e respiratorie come l’ipertensione, le malattie polmonari croniche e il diabete; queste malattie concomitanti costituiscono la definizione di sindrome metabolica.

È stato dimostrato da studi precedenti che le caratteristiche ormonali e metaboliche hanno un impatto significativo sulla progressione clinica dei pazienti con COVID-19. Infatti, da un punto di vista ormonale, i soggetti maschi con COVID-19 hanno un rischio di mortalità più elevato rispetto ai soggetti di sesso femminile. Inoltre, da un punto di vista metabolico, è noto che l’indice di massa corporea (BMI) correla con una prognosi peggiore tra i pazienti COVID-19.

Tuttavia, la misurazione del BMI come strumento prognostico ha alcune limitazioni poiché non tiene conto della distribuzione del grasso. Infatti, più che il semplice BMI, è la distribuzione del grasso a riflettere un dismetabolismo orientato verso la sindrome metabolica.

I risultati attuali confermano che il grasso della parte superiore del corpo è un buon predittore della sindrome metabolica.  È proprio la circonferenza del collo ad essere associata al tessuto adiposo presente nella parte superiore del corpo (obesità del corpo centrale). Inoltre, la circonferenza del collo è fortemente correlata all’insulino-resistenza, all’aterosclerosi in fase iniziale, al diabete, alle malattie coronariche e sindrome cardiometabolica.

Proprio per queste motivazioni, in tale studio si è andati a valutare il potenziale della circonferenza del collo come predittore prognostico, economico e facile da usare, proposto per riflettere il metabolismo umano.

I pazienti con un fenotipo “collo grande” (nei maschi > 44 e nelle femmine > 40 cm) avevano una prevalenza statisticamente significativa di ipertensione arteriosa, diabete, obesità e alti livelli di proteina C reattiva. Inoltre, i pazienti COVID-19 ricoverati con insufficienza respiratoria e un fenotipo a collo largo avevano un rischio più che doppio di morte (sia a 30 che a 60 giorni).

I risultati di questo studio supportano la logica che un collo grande è associato a un premorbido stato proinfiammatorio e protrombotico aumentato, che rende il paziente più incline a progredire verso un esito sfavorevole. La circonferenza del collo è un predittore indipendente predittore di mortalità nei nostri pazienti COVID-19 ospedalizzati con insufficienza respiratoria e dovrebbe integrare la valutazione di base di tali pazienti.

Fonti:

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