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Salute

Obesità: definizione, prevalenza e fattori di rischio associati

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Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’obesità è definita come una condizione di accumulo anormale o eccessivo di grasso nel tessuto adiposo, al punto che la salute può essere compromessa.  È una malattia eterogenea e multifattoriale, influenzata da fattori genetici, ambientali e psicologici.

La quota di persone obese in Italia si attesta intorno all’11% (2019), significativamente inferiore a quella di altri Paesi dell’area mediterranea molto simili al nostro, come Francia (15,4%) e Spagna (16,9%). 

Per i paesi d’oltre oceano, invece, la prevalenza dell’obesità è molto più elevata, addirittura di quasi tre volte superiore alla stima dell’Italia (superiore al 30%). La distribuzione dell’obesità negli adulti sul territorio nazionale è marcatamente diversa tra Nord e Sud: nel Nord-ovest e nel Centro la prevalenza negli adulti si attesta intorno al 10%, mentre nel Sud raggiunge il 12,4%. 

Inoltre, dalla letteratura emerge che persone con un basso livello socioeconomico hanno una probabilità doppia di diventare obese e che l’obesità sembra essere associata anche al livello di formazione scolastica; infatti, c’è una forte associazione tra l’eccesso di peso e un basso titolo di studio.

L’obesità è un noto fattore di rischio per numerosi problemi di salute, tra cui ipertensione, colesterolo alto, diabete, malattie cardiovascolari, problemi respiratori (asma), malattie muscolo-scheletriche (artrite) e alcune forme di cancro, e anche la mortalità aumenta progressivamente una volta superata la soglia del sovrappeso. Inoltre, il sovrappeso, e l’obesità in particolare, sono risultati associati a maggiori rischi di sviluppare una polmonite grave e di morire tra i pazienti COVID-19.

Un fattore chiave della crescente epidemia di obesità è un ambiente alimentare che sta cambiando, in cui gli alimenti trasformati poveri di nutrienti e densi di energia sono commercializzati in modo aggressivo, facilmente disponibili e spesso più economici delle alternative più sane. Le priorità economiche e le politiche che promuovono la crescita basata sul consumo, e le politiche che promuovono la liberalizzazione del mercato e del commercio sono sempre più considerate come contribuenti all’aumento globale dell’obesità.

La definizione dell’OMS di sovrappeso infantile e adolescenziale è un BMI superiore a una deviazione standard sopra la mediana, e la definizione di obesità è un BMI superiore a due deviazioni standard sopra la mediana.

Il 9° rapporto sull’obesità in Italia riporta i 4 fenotipi legati ad essa, con un profilo di rischio cardio-metabolico differente in base alla presenza o meno di criteri di sindrome metabolica, all’interno di uguali categorie di BMI.

  • Metabolically healthy obesity: i soggetti sono obesi secondo il BMI ma sono negativi ai criteri di sindrome metabolica; presentano un basso rischio cardiovascolare.
  • Metabolically unhealthy obesity: i soggetti, obesi secondo il BMI, sono positivi ai criteri di sindrome metabolica; presentano un alto rischio cardiovascolare.
  • Normal weight obesity: i soggetti sono normopeso o in sovrappeso secondo il BMI ma risultano essere positivi ai criteri di sindrome metabolica; alto rischio cardiovascolare.
  • Sarcopenic obesity: i soggetti sono obesi secondo il BMI e presentano una significativa perdita di massa muscolare (sarcopenia).

Perché l’obesità rappresenta un vero e proprio problema da monitorare?

  • L’obesità è una delle principali cause prevenibili di mortalità e morbilità per molte malattie croniche; essa rappresenta un fattore di rischio per malattie cardiovascolari, diabete e tumori.
  • L’obesità è associata a una diminuzione dell’aspettativa di vita, che può variare dai 3,3 ai 18 anni, in base alla gravità. Gli italiani obesi vivono 2,7 anni in meno a causa del sovrappeso.
  • L’obesità è associata a grandi aumenti delle spese sanitarie ascrivibili principalmente alle complicanze legate all’obesità, più che alla malattia stessa. Questa è responsabile del 70 % di tutti i costi di trattamento del diabete, del 23% per le malattie cardiovascolari e del 9% per i tumori. In Italia il sovrappeso rappresenta il 9 % della spesa sanitaria e, difatti, riduce il PIL italiano del 2,8 %.
  • Per ultimo, ma non per importanza, l’obesità è una condizione che sta aumentando soprattutto nei bambini e negli adolescenti. In Italia, un bambino su tre è obeso, nella fascia di età fino agli 8 anni, e l’Italia è il IV Paese del mondo per bimbi obesi o in sovrappeso. Diverse evidenze scientifiche sottolineano come circa un terzo dei bambini e circa la metà degli adolescenti che sono in sovrappeso permangono in tale situazione da adulti; per cui, l’obesità pre e adolescenziale ha un forte potere predittivo della presenza di obesità in età adulta.

Le attuali classificazioni dell’obesità basate sull’indice di massa corporea, la circonferenza della vita e altre misure antropometriche, sebbene utili per gli studi sulla popolazione, presentano importanti limitazioni quando applicate agli individui nella pratica clinica. Infatti, questi sono elementi che non implicano necessariamente e in maniera attendibile un fattore di rischio o un cattivo stato di salute. Pertanto, queste misure non forniscono informazioni sulla presenza o l’entità di comorbidità o limitazioni funzionali che potrebbero guidare il processo decisionale negli individui.

Grazie al Morphogram è possibile stadiare il rischio associato all’obesità, con l’obiettivo di decidere strategie preventive e percorsi correttivi grazie all’identificazione e alla valutazione integrata e contestuale di più fattori di rischio con specifici cut-off presenti nella letteratura internazionale. I fattori di rischio utilizzati per il monitoraggio del rischio individuale sono i seguenti:

1) Rischio Sindrome Metabolica

2) Rischio Cardiovascolare (Circonferenza Vita)

3) Rischio Adiposità/Muscolarità WTR (Rapporto Vita/Coscia)

4) Rischio Apnea Notturna NHtR (Rapporto Collo/Altezza)

5) Volume Addominale Eccedente (VA+)

Grazie alla presenza di queste misure e dei relativi cut-off, si ha finalmente un criterio per una stadiazione dell’obesità fondata su una valutazione dello stato nutrizionale che dia peso effettivo ai fattori più strettamente legati a condizioni di interesse clinico-terapeutico, in modo da attivare e graduare il livello decisionale e prioritizzare gli interventi con maggior grado di appropriatezza e di efficaci.

FONTI:

  • WHO GHO 2020
  • OCSE, 2019
  • Engin A. The Definition and Prevalence of Obesity and Metabolic Syndrome. Adv Exp Med Biol. 2017;960:1-17.

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