Quale relazione c’è tra lo stato di infiammazione generalizzata, l’eccesso di adiposità ed il rischio di malattie cardio-metaboliche e polmonari?
La diffusione dell’obesità, anche tra le fasce più giovani della popolazione, è uno dei principali problemi di salute pubblica, soprattutto a causa dell’aumentato rischio di malattie cardiovascolari, metaboliche e polmonari.
L’obesità si associa ad uno stato di infiammazione generalizzata ed alla disfunzione endoteliale.
Gli adipociti e le altre cellule presenti nel tessuto adiposo sono in grado di liberare numerosi fattori vaso-attivi che determinano uno stato di morbilità cardiovascolare.
Queste sostanze, che esercitano significativi effetti sul sistema immune, sono chiamate adipocitochine in virtù della loro derivazione dal tessuto adiposo.
Il tessuto adiposo non è più considerato un tessuto inerte, con l’unica funzione di deposito dei grassi, bensì un complesso organo immunoendocrino, che modula ed è coinvolto in molti processi biologici, come la sensibilità all’insulina, l’appetito, le funzioni endocrine, l’infiammazione, l’immunità e il metabolismo osseo. Produce numerose citochine coinvolte nelle vie dell’infiammazione (TNFα. MCP-1, IL6, leptina, resistina, adiponectina, etc).
Alcune di queste citochine sono prodotte dagli adipociti mentre altre sono prodotte dalle cellule infiammatorie che infiltrano il tessuto.
In un articolo “Inflammation-related plasma protein levels and association with adiposity measurements in young adults”, pubblicato dai ricercatori del Karolinska Institut, è stata dimostrata l’ associazione tra il livello di adiposità e i livelli di proteine plasmatiche correlate all’infiammazione.
Gli autori hanno indagato una popolazione di giovani adulti con un’età media di 22.5 anni ( n= 2074).
Hanno dosato 71 proteine infiammatorie nel plasma dei partecipanti e hanno valutato la consistenza del tessuto adiposo attraverso le seguenti misure:
- circonferenza vita,
- % massa grassa totale
- grasso viscerale.
Delle 71 proteine studiate, 54 erano significativamente associate a tutte le misurazioni dell’adiposità.
Tra le proteine associate alla % di massa grassa, 7 hanno mostrato una maggiore correlazione con soggetti sovrappeso/obesi (CDCP1, FGF23, HGF, IL-6, LAPTGFβ1, MCP-1 e MCP-4) e tre hanno mostrato una significativa correlazione con il sesso.
Per la maggior parte delle proteine, la correlazione tra livello proteico e % di massa grassa totale, era simile tra i sessi.
Le differenze osservate nei livelli di questi mediatori tra donne e uomini possono essere espressione di differenze biologiche, ma anche di differenze nella distribuzione dell’adiposità.
Infatti, alcuni livelli di proteine sono associati in modo diverso all’adiposità a seconda del sesso.
Ad esempio, c’è una correlazione positiva più evidente con il grasso viscerale nelle donne rispetto agli uomini per diverse proteine infiammatorie, in quanto il grasso viscerale risulta più infiammante nelle donne che negli uomini.
I risultati di questa ricerca evidenziano come alcune proteine infiammatorie possano essere considerate biomarcatori dell’adiposità in entrambi i sessi.
Pur trattandosi di una giovane popolazione adulta, è stato osservato che l’infiammazione sistemica è associata all’incremento del tessuto adiposo.
Pertanto l’educazione alimentare, la promozione di modelli alimentari sani e di stili di vita che incoraggino la pratica di attività fisica, sono interventi necessari per prevenire le patologie cardio-metaboliche-infiammatorie.
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